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Una bella metafora per l'accompagnamento terapeutico

terapiainitaliano

Un giorno, mentre stavamo tornando da scuola, un cavallo senza cavaliere, con le briglie sul collo, superò al gran galoppo il nostro gruppo e si infilò nel cortile di una fattoria in cerca di un sorso d’acqua. Grondava di sudore. Siccome il contadino non lo riconosceva, mi avvicinai e gli salii in groppa; dato che aveva le briglie, afferrai le redini gridando: ”Su, andiamo” e puntai verso la strada. Sapevo che il cavallo avrebbe preso la direzione giusta, ma non sapevo quale fosse la sua direzione. Il cavallo trottava e galoppava. Ogni tanto abbandonava la strada e prendeva per i campi. Allora tiravo le redini e richiamavo la sua attenzione sul fatto che era tenuto a mantenere la strada. Infine, dopo quattro miglia dal posto dove lo avevo incontrato, entrò nel cortile di un’altra fattoria. Il contadino disse: “Ah, è così che si torna a casa?”, e rivolgendosi a me: “Dove l’hai trovato?” “A circa quattro miglia da qui”, risposi. “Come hai fatto sapere che sarebbe venuto qui?” Risposi: “Non lo sapevo io… lo sapeva lui. Quello che ho fatto io è fargli mantenere viva l’attenzione sulla strada”.

Milton H. Erickson, La mia voce ti accompagnerà

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